Cenere

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“Cenere” opera prima di poesia di Giovanna Nastasi riesce nel difficile equilibrio. E benissimo ha fatto la piccola casa editrice Novecento a pubblicarla. Se l’esteriorità della raccolta è data da quelle ceneri che tra il 2001 e il 2002 hanno colpito la Sicilia orientale e tutto hanno coperto – tetti delle case, strade, teste delle persone – tutto ovattando, l’interiorità della scrittura di Nastasi è nella essenzialità di scrittura, l’ironia che sottostà al verso. Con dolente ironia Nastasi si libera dalla retorica autocommiserativa, dal lamento fine a sé stesso.

Il centro sono le persone care, la morte, la condizione comune di smarriti. Scrive Pennisi nella presentazione: la scrittura di Nastasi è “su una posizione fortemente problematica, carica di irrequietezza e di tensioni, in cui la stessa poesia prova a fare i conti con sé stessa” (p. 8). Attraverso il guizzo ironico, Nastasi riesce a salvare sé stessa e la sua scrittura. Ciò che rende riuscita questa raccolta, e da leggere queste poesie.

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