Come spiega la scrittrice stessa, nella nota in fondo al volumetto, «Questi versi sono la viva testimonianza dell’amore per la vita rappresentati da due simboli, le spighe e le conchiglie cioè la terra e l’acqua due potenti elementi alchemici a patto che penetrino uno nell’altro. La poesia nella sua essenza arriva nel punto più alto che precede il silenzio. Infatti, al cospetto di certi eventi potentemente generativi anche il linguaggio collassa e necessita di vuoto». È poesia erotica nel senso più intimo e sensuale quella che si svolge, verso dopo verso, sotto gli occhi di lettori e lettrici, poesia che trascina – come le onde, l’acqua del mare, che trascina le conchiglie – fino a realizzare una penetrazione profonda tra l’intenzione della poeta e l’accoglimento del pubblico. I versi di Giovanna Nastasi hanno la caratteristica di lasciarsi accogliere in un vortice di piacere, di gioviale partecipazione al farsi dell’atto poetico, che inneggia alla bellezza dell’amore, all’attimo da cogliere e vivere hic et nunc, al pathos che rappresenta linfa vitale affinché le nostre sempre più tecnologizzate, informatizzate, socializzate esistenze abbiano approdo a un orizzonte di senso che permei l’istinto e la ragione. È la trama di un’esperienza che si riverbera da un giardino tutto da coltivare, dal quale l’anima prende per sé una talea da innestare in un nuovo circuito di vita donata e ricevuta. Eros, desiderio, forza che spinge verso la ricerca della bellezza, principio vitale che muove l’universo: tale è la portata che i versi di Nastasi imprimono in chi li legge. «Abbracciami / con sillabe / baciami / e di virgole ricoprimi / puntini di sospensione / rimangano sulla mia schiena / ed ogni punto interrogativo / sia una domanda aperta. / Il piacere / è un viaggio / una grammatica» (dalla poesia Una grammatica erotica).